lunedì 19 dicembre 2016

Il segno della croce – Glenn Cooper

Anche questa volta ho divorato un altro libro in pochissimi giorni (tralasciando quelli in cui non ho avuto l'impulso della lettura senza freni), libro che (anche questo, di nuovo) mi è stato regalato in occasione della mia Laurea il mese scorso.




Trama (dal libro): Intorno a loro, si apre l’infinito deserto di ghiaccio e vento dall’Antartide. Dopo ore di faticoso camino, il gruppo di uomini raggiunge il punto segnato sulla mappa. E lo individuano: l’ingresso di una caverna scavata decenni prima da chi li ha preceduti in quel continente disabitato. Quando entrano, in religioso silenzio, si trovano davanti un museo ideato per conservare reperti che il mondo crede perduti per sempre. Ma quegli uomini sono arrivati lì per due oggetti soltanto. E adesso li stringono tra le mani. Ne manca ancora uno, poi l’alba di una nuova era sorgerà sul mondo.
In un piccolo paese del’Abruzzo, un giovane sacerdote si alza dal letto, il dolore è lancinante. La fasciatura intorno ai polsi è intrisa di sangue. Con cautela, il prete scioglie le bende. Le sue suppliche non sono state esaudite, le piaghe sono ancora aperte. Il sacerdote chiude gli occhi e inizia a pregare. Prega che gli sia risparmiata quella sofferenza. Che gli sia data la forza di superare quella prova. E che nessuno venga mai a conoscenza del suo segreto.

Recensione ed analisi.
Premetto che di questo scrittore ho già letto l’ultimo libro pubblicato prima di questo e fin da subito mi ha colpito, sembra scontato da dire, tutto: modo di scrivere, lettura scorrevole e, soprattutto, il contenuto tematico. Glenn è uno scrittore di thriller storico, due generi che adoro e che messi insieme non avrei mai potuto scoprire un tale mondo. In particolare, essendo lui un archeologo, il tema principale ruota attorno ai misteri della religione cristiana: templari, reliquie sacre, Santo Graal, gruppi segreti con particolari tendenze politiche…, tema che abbraccia la storia in modo assolutamente equilibrato in un modo che nessuno dei due sovrasti l’altro, bensì si incastrano perfettamente in linea alla trama scelta dall’autore.
Questo è ciò che era successo quando lessi lo scorso anno Il calice della vita e di nuovo anche in quest’ultima pubblicazione. Qui, in breve e senza rivelare nulla di particolare, troviamo lo scontro/incontro tra storia e religione, dove quest’ultima viene “usata” per scopi puramente politici: la creazione del Quarto Reich.
Come è successo anche con il precedente libro, ho trovato interessante come Glenn sia un autore molto informato, in questo senso studioso suppongo, le cui rivelazioni fatte nel corso della storia siano di gran lunga veritiere e non sempre frutto della propria invenzione. Il talento dello scrittore credo che stia proprio in questo: incastrare eventi storici realmente accaduti, oggetti realmente esistiti e luoghi geograficamente presenti in un lineare intreccio narrativo.

Stile di scrittura.
Ho riconosciuto subito il modo di scrivere di Glenn: flashback e flashforward continui ma non confusi piuttosto esplicativi per la trama, il cui sviluppo va di pari passo con il calo dei flashback di cui se ne necessitava sempre meno avendo l’intera storia chiara e lineare.
In linea di massima, la scrittura non è per niente pesante, anzi certe pagine scorrono via come acqua fresca e in pochissimo tempo ci si ritrova a quasi alla fine.

Consigliato agli amanti del thriller storico e dei temi che ruotano intorno al mistero della fede.

Valutazione: 9 (sono un po' di parte 😉)

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